Liberiamo l’ambiente dalla troppa plastica e CO2
Dopo il Messico e prima dell’Arabia Saudita, all’Italia spetta il non invidiabile primato di maggiore consumatore di acqua minerale in bottiglia. Il business raggiunge quasi i 2 miliardi di euro l’anno per un totale di 12 miliardi di litri d’acqua minerale consumati.
Tranne rari casi di non potabilità, che necessitano il ricorso all’acqua in bottiglia, la causa di un così grande consumo risiede in una massiccia pubblicità delle case di imbottigliamento, le quali tentano di convincerci della salubrità dell’acqua minerale a discapito dell’acqua delle nostre case.
Produzione, trasporto e smaltimento degli imballaggi, ovvero delle bottiglie di plastica, sono procedimenti piuttosto inquinanti: rifornire di acqua minerale una famiglia per un anno vuol dire riversare nell’ambiente 54 kg di petrolio, 12 litri di gasolio, 126 kg di CO2 e consumare una quantità ulteriore di 324 litri d’acqua.
La nostra acqua invece è praticamente a chilometro zero: viene estratta dalle falde a 50-150 metri sotto terra nella nostra provincia e potabilizzata rendendola purissima e buona da bere.
Un modo per misurare quanto può essere inquinante un prodotto è calcolare la sua «Product Carbon Footprint» (PCF), cioè la quantità di CO2 che il prodotto lascia nell’ambiente dal momento in cui è prodotto a quello in cui è smaltito. Un litro di acqua minerale in bottiglia, secondo le stime più caute, incide per 30-40g di CO2 per litro. Bere un litro della nostra acqua significa immettere nell’ambiente 0,30 g di C02 e dunque inquinare cento volte meno.
Quando bevi l'acqua del rubinetto, contribuisci a salvare il tuo ambiente e il tuo futuro.